Introduzione
“L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci è una delle opere più iconiche e influenti nella storia dell’arte occidentale. Dipinta tra il 1495 e il 1498 su commissione del Duca di Milano, Ludovico Sforza, questa monumentale pittura murale si trova nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. L’opera rappresenta il momento culminante della Cena di Gesù con i suoi discepoli, quando annuncia che uno di loro lo tradirà. È un capolavoro che ha definito non solo l’arte del Rinascimento, ma anche il modo in cui interpretiamo visivamente una delle scene bibliche più drammatiche.
La composizione complessa, l’uso innovativo della prospettiva e la maestria nella rappresentazione delle emozioni umane fanno de “L’Ultima Cena” un’opera straordinaria che continua a ispirare artisti, studiosi e visitatori da oltre cinque secoli.
Contesto storico e commissione dell’opera
Per comprendere pienamente “L’Ultima Cena”, è importante esaminarne il contesto storico e la commissione. Alla fine del XV secolo, Milano era uno dei principali centri culturali e politici d’Europa. Ludovico Sforza, conosciuto come il Moro, governava la città e cercava di abbellire Milano con opere d’arte che riflettessero il potere e il prestigio della sua corte.
Nel 1494, Ludovico incaricò Leonardo da Vinci di dipingere una rappresentazione dell’Ultima Cena per il refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. La scelta del tema non era casuale: l’Ultima Cena è una delle scene più importanti nel Nuovo Testamento, e la sua rappresentazione in un refettorio, il luogo dove i monaci si riunivano per i pasti, serviva come costante promemoria spirituale del sacrificio di Cristo.
Leonardo accettò la commissione, ma invece di dipingere il soggetto secondo le tradizionali modalità statiche e simboliche tipiche delle rappresentazioni precedenti, egli decise di esplorare un approccio completamente nuovo, mettendo al centro dell’opera l’espressività e la drammaticità del momento.
Descrizione dell’opera
“L’Ultima Cena” è un dipinto murale di 4,6 metri di altezza per 8,8 metri di larghezza. Raffigura Gesù al centro, seduto a una lunga tavola insieme ai dodici apostoli, ognuno dei quali reagisce in modo diverso all’annuncio del tradimento imminente. La scena non è statica, ma piuttosto cattura un momento di dramma esplosivo e di intensa emozione.
Leonardo ha distribuito gli apostoli in quattro gruppi di tre, ognuno con una reazione differente, creando così un movimento ondulato che porta lo sguardo dall’estremità della tavola fino alla figura centrale di Gesù. Questo raggruppamento a tre non è casuale; riflette la perfezione della Trinità, un elemento teologico fondamentale nel Cristianesimo.
Gesù è raffigurato in un atteggiamento di solenne serenità, mentre gli apostoli si agitano visibilmente. Con il capo leggermente inclinato verso il basso, le sue braccia sono aperte, formando un triangolo perfetto. Dietro di lui, tre finestre illuminano la scena, e la luce che entra dalla finestra centrale sembra avvolgere Gesù in una sorta di aureola simbolica.
L’apostolo Giuda Iscariota, colui che tradirà Gesù, è raffigurato nella penombra, distinguendosi dagli altri per la sua postura inclinata all’indietro e il volto ombroso. Sebbene non vi sia un’aura drammatica esteriore che lo separi dal resto, la sua espressione e la sua vicinanza alla borsa con i 30 denari, simbolo del tradimento, lo identificano chiaramente.
Tecnica e innovazioni
Leonardo decise di non usare la tradizionale tecnica dell’affresco, che richiede una rapida applicazione dei colori sull’intonaco fresco, poiché limitava il tempo di lavoro e la complessità dei dettagli. Invece, preferì un approccio sperimentale, combinando olio e tempera su un muro asciutto, simile alla pittura su tela. Questo gli permise di lavorare con calma, studiando attentamente le espressioni e la luce.
Tuttavia, questa scelta tecnica si rivelò problematica nel lungo periodo. Il dipinto iniziò a deteriorarsi già pochi decenni dopo la sua realizzazione, poiché la combinazione dei materiali non aderiva bene al muro. Nei secoli successivi, l’opera subì gravi danni a causa di infiltrazioni d’acqua, bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, e restauri mal eseguiti. Solo nel XX secolo, un esteso restauro ha cercato di riportare il dipinto il più vicino possibile al suo aspetto originale.
L’innovazione tecnica più notevole di Leonardo in quest’opera è senza dubbio l’uso della prospettiva. La sala del refettorio si fonde perfettamente con lo spazio dipinto, grazie a un sapiente uso della prospettiva lineare che crea un’illusione di profondità. Leonardo posiziona il punto di fuga esattamente dietro la testa di Gesù, simbolo dell’armonia divina che domina la scena.
Le emozioni e il linguaggio del corpo
Uno degli elementi più rivoluzionari dell’Ultima Cena di Leonardo è la capacità dell’artista di rappresentare le emozioni umane in modo realistico e coinvolgente. Ogni apostolo reagisce in modo diverso alla terribile rivelazione di Gesù: “Uno di voi mi tradirà”. Alcuni esprimono incredulità, altri disperazione o rabbia, mentre pochi sembrano contemplare in silenzio.
Ogni figura ha una postura e una gestualità uniche. Pietro, ad esempio, afferra un coltello, simbolo della sua aggressività e della sua difesa per Gesù. Giovanni, il più giovane e tradizionalmente considerato il discepolo prediletto, appare sconvolto e piegato verso il basso. Tommaso, con il dito puntato verso l’alto, sembra già chiedersi come potrà accettare la futura risurrezione.
Giuda, l’apostolo traditore, è rappresentato nell’ombra, una decisione simbolica che lo contrappone alla figura illuminata di Cristo. Sebbene non vi sia una chiara divisione tra bene e male, l’inclinazione del suo corpo e la sua postura suggeriscono isolamento e colpevolezza.
Il significato simbolico dell’opera
Oltre al significato biblico evidente, “L’Ultima Cena” è un’opera ricca di simbolismo. La distribuzione dei discepoli in gruppi di tre richiama la Trinità cristiana (Padre, Figlio e Spirito Santo), mentre le dodici figure rappresentano non solo gli apostoli, ma anche i dodici mesi dell’anno o le dodici tribù d’Israele.
Il numero tre, considerato perfetto nella simbologia cristiana, si riflette anche nella disposizione geometrica dell’opera. La figura centrale di Gesù forma un triangolo, il cui vertice è il suo capo, e le braccia aperte stabiliscono una chiara connessione tra la figura del Cristo e il concetto di armonia divina.
Il pane e il vino, sparsi sulla tavola, fanno riferimento all’Eucaristia, l’istituzione del sacramento durante l’Ultima Cena, che è al centro della fede cristiana. La calma di Gesù contrasta con l’agitazione degli apostoli, suggerendo la sua consapevolezza del destino che lo attende, un messaggio di sacrificio e redenzione che percorre tutta l’opera.
Restauri e deterioramento dell’opera
L’innovativo, ma problematica, tecnica utilizzata da Leonardo ha reso l’Ultima Cena estremamente vulnerabile ai danni. Già pochi decenni dopo il completamento, il dipinto iniziò a deteriorarsi. Nel corso del tempo, vari tentativi di restauro furono fatti, spesso con metodi inadeguati che peggiorarono la situazione.
Il restauro più significativo è stato realizzato tra il 1978 e il 1999, con lo scopo di rimuovere gli strati di vernice e aggiunte che avevano mascherato l’opera originale e di stabilizzare i materiali. Durante questo lungo processo, si è cercato di preservare quanto più possibile della pittura originale di Leonardo, pur mantenendo l’integrità storica dell’opera.
Conclusione
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è molto più di un semplice dipinto religioso; è una rivoluzionaria rappresentazione dell’emozione umana, della luce e della prospettiva. Con la sua profondità simbolica, la drammatica rappresentazione della rivelazione del tradimento e la complessa interazione tra le figure, rimane uno dei più grandi capolavori del Rinascimento e della storia dell’arte.
ARTISTA: Leonardo da Vinci – 1452-1519
TITOLO ORIGINALE: L’ultima cena
TITOLO ITALIANO: Ultima cena
LUOGO: Santa Maria delle Grazie, Milano – Vedi opera originale>
DATA DI CREAZIONE: 1494-1498
SOGGETTO: Religioso
STILE: Rinascimento, Rinascimento italiano
TECNICA: Affresco
DIMENSIONI: 460 x 880 cm
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